domenica 31 luglio 2016

ROMA E LA 'MONDEZZA' DELLA METRO C TARGATA PD

La redazione romana di Repubblica, ormai organo di stampa del PD, fornisce da circa un mese il peggio di sé, vero ciarpame giornalistico funzionale all'attacco contro il M5S. Sembra infatti che il problema di Roma sia che il M5S non riesce a sistemare la 'mondezza' accumulata dalle giunte rosso-verdi in 25 anni.
In realtà il dissesto economico e morale della Capitale d'Italia (che sarebbe Roma) è da tutti riconosciuto (meno che dal PD di Mafia Capitale) in una specifica opera: la Metro C, fortemente voluta proprio dal PD. Rutelli, Veltroni, Marino ma anche Giachetti si sono adoperati affinché questo schifo non finisse mai. Giachetti è addirittura riuscito a fare della Metro C il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale: "Porterò la Metro C fino allo Stadio Olimpico". Così dicendo cercava di difendere gli sporchi interessi del Comitato Olimpico Roma 2024, costituito dai soliti speculatori.
Lo schifo è stato scoperchiato una settimana fa, il 22 luglio 2016, quando i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, su mandato della procura regionale della magistratura contabile, hanno consegnato gli inviti a dedurre, equivalenti a un avviso di garanzia, a ben 32 persone tra cui funzionari pubblici, vertici e tecnici di Roma metropolitane e della Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture. Tra questi, gli ultimi due ex sindaci della Capitale Gianni Alemanno e Ignazio Marino. A tutti e 32 la Corte dei Conti del Lazio contesta un danno erariale da 253 milioni di euro, in pratica meno del costo di un solo km della ancora costruenda Metro C (1). Per i veri colpevoli, l'antico PD di Rutelli e Veltroni, nulla, così come nulla per Giachetti (ma un bel 'falso ideologico' no, eh?) anche se forse, sul penale, ci penserà la Procura di Roma.
Il buon Ignazio Marino (che dovrà prima o poi spiegare il favore della pedonalizzazione del Colosseo regalata ai cantieri della Metro C) avrebbe dato il suo placet all'accordo transattivo con le imprese aggiudicatarie dell'appalto nonostante il parere contrario dell'ufficio di revisione economico-finanziaria del Campidoglio.
Secondo il pm della Corte dei Conti, Paolo Crea, il comportamento di Marino sarebbe stato “determinante“, in quanto era “a conoscenza della transazione concordata nel 2011 tra la stazione appaltante Roma Metropolitane e il contraente generale Metro C”. E, nonostante il parere contrario dell’ufficio di revisione economico-finanziaria del Campidoglio, avrebbe dato il via libera ai pagamenti nella giunta del 25-26 ottobre 2013. Però per una giornalista di Repubblica, da sempre fanatica sostenitrice del chirurgo, è più importante attaccare giornalmente, anche dai social network, l'Assessore all'Ambiente del M5S. Schizofrenia da cronaca giudiziaria o difesa scriteriata di Marino?
Ricordiamo che il costo della Metro C, viste le ultime vicende, rischia di lievitare a 5 miliardi 700 milioni, quasi 4 miliardi in più del prezzo iniziale, e che la distribuzione dell'investimento prevede la partecipazione per il 70% dello Stato, 18% dal Comune di Roma e il 12% dalla Regione Lazio.
Siamo certi che in autunno, al riavvio della città, la redazione romana di Repubblica e il PD attaccheranno il disservizio del trasporto pubblico, dimenticando che mentre loro hanno sostenuto la Metro C per 25 anni, Roma è rimasta con 80 tram dal 1998. Eppure, a Roma, il costo totale per la realizzazione dell'infrastruttura tranviaria si aggira intorno agli 8 milioni di euro per km, contro gli ormai quasi 260 della Metro C in formato 'lievitato'. Dispendiosi scavi archeologici compresi.

(1) Ricordiamo che la Metro C venne individuata già a partire dal P.R.G. del 1962 e dalla successiva Variante Generale del 1974, sotto la denominazione di Linea G. Poi, nel 1990, il Consiglio Comunale ne approvò il progetto di massima da Pantano al Colosseo, definito nell'ambito dell'intervento d'ammodernamento complessivo della Ferrovia concessa Roma - Pantano. Solo nel 2006 il Consiglio Comunale, con Deliberazione n. 23 del 19 gennaio, attribuì a Roma Metropolitane anche le funzioni connesse a espropri, occupazioni, asservimenti di aree necessarie alla realizzazione della Linea C. Roma Metropolitane aggiudicò definitivamente la gara all'ATI Astaldi SpA (mandataria) - Vianini Lavori SpA - Consorzio Cooperative Costruzioni - Ansaldo Trasporti Sistemi Ferroviari SpA (mandanti), quest'ultima poi fusa per incorporazione in Ansaldo STS SpA. Come richiesto dalla normativa vigente, l'ATI aggiudicataria costituì Metro C SpA, poi Metro C ScpA, quale Società di Progetto in funzione di Contraente Generale per la realizzazione della Linea C. Il 13 aprile il Responsabile del Procedimento emise l'Ordine di Servizio di inizio attività. Solo a maggio partirono i primi cantieri per sondaggi archeologici. Solo l'11 maggio 2015 venne consegnata all'esercente ATAC, per l'avvio del pre-esercizio, la linea nella tratta Parco di Centocelle - Lodi, aperta al pubblico il 29 giugno.