Invieremo la richiesta formale di sospendere la votazione della proposta di delibera n.59/2011 che porterà nel XIII Municipio altre 1.500 persone a ridosso di aree segnalate a rischio idrogeologico ai capigruppo assembleari, alla presidenza dell'Assemblea Capitolina nonché ai vari dipartimenti e al Codacons, che il 21 gennaio ha siglato un protocollo d'intesa con il Comune di Roma per tutelare la qualità della vita dei cittadini.
Infatti nel processo partecipativo sulla densificazione dei Piani di Zona (Malafede e Stagni) i cittadini sono stati tenuti fuori dal Comune di Roma che li ha usati solo come comparse. Altrettanto stanno facendo i comitati di quartiere, che, negoziando su altri tavoli, non informano i residenti su quanto sta accadendo. La proposta di delibera n.59/2011 infatti, che dal 21 novembre 2011 è all'ordine del giorno in Assemblea Capitolina e che sarà votata giovedì prossimo, è legata alla scandalosa sentenza di dicembre delle limitrofe Terrazze del Presidente, che ha visto l'assoluzione piena di tutti gli indagati. Il costruttore Antonio Pulcini ha avuto così la possibilità di proporre il completamento delle opere pubbliche mancanti mediando proprio con i comitati di quartiere. Insomma, si sta passando dalle scelleratezze dell'urbanistica contrattatta di rutelliana e veltroniana memoria, al becero elenco delle richieste dell'urbanistica di necessità di alemanniana attualità. Dell'urbanistica partecipata, come dovrebbe essere, neppure il ricordo. Il tutto condito dal silenzio totale dei partiti che vedono in tale meccanismo le basi della prossima campagna elettorale del 2013.
In particolare, per i Piani di Zona C10-Malafede e B36-Acilia Saline (ma la zona in realtà è Stagni) si tratta di densificare le aree già edificate portandoci, rispettivamente, 1.100 e 140 abitanti in più, in modo da poter completare le opere di urbanizzazione primaria e secondaria ancora mancanti. Si tratta di Piani di Zona del II PEEP precedenti alla deliberazione di Consiglio Comunale n. 65/2006, aree ancora prive di servizi ma dove le cooperative hanno già venduto tutto,aree che dovevano portare servizi alle zone attigue che ne erano prive. In questo modo, invece, i servizi non ci saranno proprio perché per poter costruire ed avere i soldi per fogne, strade, etc. si costruirà proprio sulle aree destinate a servizi che costituivano i cosiddetti extra-standard. Insomma, siamo al paradosso urbanistico.
L'amministrazione in tutto questo è la principale colpevole, ma non l'unica. Già l'8 luglio 2011 avevamo contestato numerose irregolarità. Infatti nell'avvio del processo partecipativo, che doveva svolgersi secondo quanto previsto dal "Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana", Allegato A alla Delibera C.C. n. 57 del 02.03.2006, erano stati palesemente violati i seguenti articoli, relativamente ai Piani di Zona sopra citati:
Art.4, c.1 - il XIII Municipio non aveva preso parte all'organizzazione del processo di partecipazione pur essendo stato regolarmente invitato (Prot. QF/13493 del 22.6.2011);
Art.7, c.2 - il Presidente del XIII Municipio non aveva dato pubblica informazione né aveva promosso la consultazione del processo di partecipazione;
Art.7, c.3 - sul sito internet del XIII Municipio non c'era stata alcuna pubblica informazione in apposita sezione del sito del processo di partecipazione;
Art.8, c.3 - l’Amministrazione Comunale non aveva assicurato la presenza del gruppo di referenti come dettagliato all’art.4, commi 4 e 5 (era presente solo il Direttore del Dipartimento di Urbanistica, Ing. Errico Stravato, giunto con 2 ore e 36 minuti di ritardo, ad interventi conclusi).
Dopo vaghe risposte ricevute dall'arch. Maurizio Geusa, dirigente U.O. Pianificazione e Riqualificazione delle Aree di Interesse Pubblico del Comune di Roma, l'iter partecipativo è andato comunque avanti, grazie all’invenzione di un ulteriore incontro con la cittadinanza presso il XIII Municipio in data 11 ottobre 2011. Peccato però che molto prima di questo ultimo, ennesimo, inutile incontro con i cittadini la Commissione Urbanistica del Comune di Roma avesse già licenziato la proposta di delibera n.59/2011 in data 19 luglio 2011. Una bella presa in giro.
Non solo, ma dopo la sentenza del 13 dicembre 2011 sulle Terrazze del Presidente, degli agguerriti comitati di quartiere è scomparsa ogni traccia. Anzi, hanno fatto richiesta di realizzare tavoli partecipativi con il Comune di Roma "al fine di condividere eventuali soluzioni", richiesta inviata (che coincidenza !) il 19 dicembre 2011.
Questo modo di fare urbanistica, di disegnare la città dove viviamo in funzione di accordi sotto banco e in assoluta mancanza del rispetto delle norme e delle leggi vigenti in materia, non può più essere tollerato. Non ci aspettiamo grandi risposte dai partiti che siedono in Campidoglio, ma siamo fiduciosi che almeno il Codacons saprà dire qualcosa contro quest'urbanistica di necessità.
dr.Ing. Andrea Schiavone - Coordinatore