Inammissibile il comportamento del XIII Municipio sulle concessioni delle aree demaniali marittime in virtù dei poteri conferitegli da un discutibile decentramento amministrativo. Il caso è nato dopo la revoca della concessione allo stabilimento del CRAL Poste Italiane per presunte irregolarità: non sarebbe stata rispettata la data di apertura dello stabilimento, fissata per il primo maggio, e non ci sarebbe alcuna autorizzazione per la subconcessione dei servizi. “Ricordiamo - afferma Paolo Surini, portavoce del XIII municipio - che il Comune di Roma il 19 febbraio 2010 ha rinnovato la concessione n.55/2005 rilasciata al CRAL Poste Italiane fino al dicembre 2013 per un canone annuo di euro 38.768,07 e stupisce come tali irregolarità emergano solo ora a stagione conclusa”.
Si lamentano scarsi controlli da parte della Capitaneria di Porto e dello stesso Comune di Roma in merito alla regolarità da parte degli stabilimenti titolari di concessioni. Irregolarità che dietro a pertinenze demaniali, aeree scoperte, impianti di facile e difficile rimozione nascondono le reali superfici commerciali con conseguente danno erariale.
“Questo il vero problema - spiega Andrea Schiavone, coordinatore del Comitato Civico 2013 -. Per un corretto calcolo riferito alle pertinenze demaniali marittime è fondamentale comprendere se uno stabilimento balneare, un esercizio di ristorazione o un bar,che sono le attività maggiormente presenti sul demanio marittimo, devono ascriversi alla categoria "commerciale" o "terziario" in relazione alla classificazione prodotta dall'OMI - Agenzia del Territorio”.
Un esempio rappresentativo di questa situazione è lo stabilimento balneare "Mami", in concessione al CRAL del Comune di Roma, il cui ristorante risulta come pertinenza demaniale all’interno del canone annuo di euro 42.488,78. Da verificare anche l'attribuzione delle aree demaniali utilizzate come parcheggi da parte degli stessi stabilimenti balneari, molte delle quali non in regola con le disposizioni del Codice della Strada e non autorizzati dallo stesso Comune di Roma.
“Ci domandiamo - conclude Surini - perchè la stessa fermezza nei controlli dimostrata dal Municipio nel caso dell'Orsa Maggiore non sia stata adottata nei confronti di tutti i titolari di concesssioni presenti sul litorale romano".