"Rispettate le regole e vigilate che ognuno compia il proprio dovere" (cit. Alfonso Sabella, 31 marzo 2015) |
Ricordiamo che dopo le dimissioni dell'ex-presidente Andrea Tassone (oggi agli arresti domiciliari per mafia capitale), Alfonso Sabella è stato delegato dal sindaco Marino all'esercizio sostitutivo delle funzioni amministrative del presidente del Municipio X (Ordinanza n.95 del 29 aprile 2015). Fu proprio il sindaco che, per cancellare la disastrosa esperienza amministrativa di Tassone, dichiarò: "Ritengo che Alfonso sia per i cittadini di Ostia una vera garanzia di trasparenza, correttezza e legalità". Così non è stato. Sul sito del Comune di Roma non è più possibile per i cittadini reperire i provvedimenti adottati dagli organi di indirizzo politico e dai dirigenti: la sezione dell'Albo Pretorio on-line dedicata al Municipio X non esiste più al contrario di tutti gli altri municipi.
Ma c'è di più. Sabella non amministra il Municipio X da solo, ma è affiancato (non si capisce a che titolo) da Silvia Decina, una dipendente del Comune di Roma assunta a tempo determinato (fino al 31 dicembre 2015) ai sensi dell’art. 110 del D.lgs.vo n.267/2000. Silvia Decina, Capo della Segreteria di Marino alla modica cifra di 142.953,7 euro all'anno, è assegnata agli uffici di diretta collaborazione con gli organi di indirizzo politico, e dunque dovrebbe svolgere incarichi di "Alta Specializzazione", anche se nel suo curriculum risulta laureata in 'chimica', dopo aver lavorato in precedenza al McDonald’s di Roma Ardeatina, nei Ds, nella segreteria di Veltroni sindaco e poi nel Pd. A che titolo dunque la Decina siede in municipio X? Nessun atto amministrativo prevede la sua figura.
Il caso di Silvia Decina è simile a quello di Serafina Buarnè, Responsabile della Trasparenza al Comune di Roma. La Buarnè gestisce gli uffici che rispondono ai Cittadini quando documenti, informazioni o dati non vengono pubblicati, come previsto per legge, dal Comune di Roma. E' infatti diritto di chiunque chiedere la trasparenza degli atti amministrativi perché esistono degli obblighi di pubblicazione previsti per legge concernenti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni (articolo 5 del sopracitato decreto legislativo, 'Accesso Civico'). La Buarnè invece ha negato recentemente l'accesso civico ad atti importantissimi riguardanti il Municipio X. Due esempi eclatanti. Il primo riguarda l'accesso civico per mancata pubblicazione delle determinazioni dirigenziali sull'apertura dei varchi a mare. Il 14 maggio 2015 (prot.n. RC13461) Serafina Buarnè ha così risposto: tali determinazioni non vanno pubblicate e comunque "la pubblicità legale, prevista dall'art.32 della legge n.69/2009, è ottemperata con la pubblicazione dei predetti provvedimenti all'Albo Pretorio on line". Premesso che, da quando c'èSabella, la sezione riservata al Municipio X non c'è più all'Albo Pretorio (!), la Buarnè ha violato quanto previsto dall'articolo 23, comma 1, lettera a) del sopracitato decreto (il 33/2013) che invece prevede la pubblicazione degli atti amministrativi con particolare riferimento ai provvedimenti finali dei procedimenti di autorizzazione o concessione, come nel caso dei varchi. Non solo, la Buarnè ha negato anche l'accesso civico agli atti amministrativi (anche questi mai pubblicati) relativi ai lavori di indagine sulla stabilità delle alberature stradali e i conseguenti interventi di potatura di via Cristoforo Colombo, finiti dentro lo scandalo di mafia capitale. La Buarnè ha sottoscritto (prot.n. RC12537 del 6 maggio 2015) che "non risultano provvedimenti da pubblicare relativi ai lavori elencati nelle richieste". Eppure i lavori non solo sono stati eseguiti e sono finiti nelle indagini di mafia capitale, ma hanno comportato l'emissione di un apposito provvedimento da parte del Gruppo X Mare del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale (n.rep.VO/1644/2014, n.prot.VO/88459/2014 del 4 dicembre 2014) in cui si afferma di aver ricevuto proprio dal Municipio X una nota richiedente apposita disciplina di traffico acquisita al prot.n.87528 (pratica 45168). Ma per la Buarnè non c'è nulla.
Più trasparenza di così si muore. Gli atti amministrativi ad Ostia sono completamente invisibili nel nome della legalità, fatta di ruspe, di rivoltella, e distrazioni come quelle avvenute alla Bolzaneto ai tempi delle torture durante il G8 di Genova nel 2001.
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