Stamattina in Campidoglio, durante la Conferenza Nazionale di Libera sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, il sindaco Marino ha sostenuto che le istituzioni del Municipio X sono state contaminate dalla mafia. Un'affermazione gravissima, perchè non ci risulta che Aldo Papalini, ex-responsabile dell'ufficio tecnico municipale, o Claudia Menichelli, ex-direttrice del Municipio (ora direttrice del Municipio VI), rimossi da Marino quest'estate dopo la note indagini sulla mafia del litorale romano, siano indagati. Aggiungiamo che l'operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia non ha coinvolto altri tecnici, dirigenti e/o impiegati del Municipio X. Allora, a cosa si riferisce Marino? Tutti sanno che ad Ostia siamo oltre le infiltrazioni, siamo oltre al radicamento, siamo ormai alla contaminazione mafiosa del tessuto sociale, ma che la mafia sia 'dentro le istituzioni' è fatto nuovo. Sicuramente Marino, che leggeva oggi un documento dove era contenuta l'affermazione sopra citata, non si è sbagliato perché il Comune di Roma è stato ammesso come parte civile nel processo, appena iniziato, per associazione a delinquere di stampo mafioso che riguarda il territorio di Ostia Lido e i clan locali. Addirittura la richiesta di costituzione di parte civile è stata accolta dal Tribunale Penale di Roma, nel corso dell’udienza dibattimentale a carico degli imputati, già il 21 gennaio 2014. Marino conosce dunque bene gli atti processuali per affermare simile gravità. Lui stesso oggi ha affermato che ogni giorno si consulta con tutte le Forze dell'Ordine per garantire la legalità.
Rimaniamo allora perplessi dello svolgimento del processo in corso nell'aula bunker di Rebibbia, un processo per 416-bis dove invece non ci sono indagati tra imprenditori e politici di Ostia, in pieno contrasto con il testo dello stesso articolo del codice penale e con l'affermazione di Marino.
Ricordiamo che l'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.
Marino deve raccontarci la verità. Il sindaco di Roma non può gettare la pietra e nascondere la mano proprio nel giorno in cui Libera si riunisce e festeggia in Campidoglio, dentro una gremita aula Giulio Cesare, i 18 anni trascorsi da quel famoso 28 febbraio 1996 quando con la legge n.109 entrò in vigore il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Sarà anche Carnevale, ma questo tipo di scherzo non vale.
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