“L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé e per gli altri”.
Poiché coloro che da anni sono costretti a fare i conti con la mafia, che denunciano, che subiscono ritorsioni, intimidazioni, vessazioni, sono lasciati colpevolmente soli anche da molti di quelli che parteciperanno alla fiaccolata, non ci saremo.
Perché bisognerebbe scendere in strada per loro, per i vivi, e non per la morte dei criminali o un imbecille negazionista con una tessera di partito e i suoi fiancheggiatori.
Perché troppo spesso molti di quelli che organizzano queste fiaccolate fanno anti-mafia da dietro la scrivania.
Perché siamo stanchi di scoppi di febbre narcisistica da campagna elettorale di “inutili operai di parole di denuncia” con sottotitolo “non disturbare il manovratore”
Perché la mafia non è né di destra né di sinistra. E’ a destra come a sinistra.
Perché siamo stanchi di fiaccolate di protesta e non di proposta.
Perché siamo stanchi di sentire gli applausi della gente a finti coraggiosi paladini solo perché snocciolano l’elenco delle famiglie mafiose che leggono sui giornali. Non c’è nulla di coraggioso in questo.
Perché siamo stanchi di fare numero nelle fiaccolate da vetrina a favore dei soliti politici per affermare una banalità come “no alla mafia”. Non c’è nulla di coraggioso nemmeno in questo.
Perché il giorno dopo la fiaccolata non si passerà a fatti visibili e questo la mafia lo sa.
Perché la fiaccolata di venerdì contro la mafia dovrebbe almeno avere il coraggio di passare e fermarsi davanti agli esercizi commerciali in mano alla mafia o al racket dell’usura, davanti ai negozi, alle attività produttive, alle associazioni che stanno o per chiudere a causa della mafia o per soccombere alla mafia.
Perché non possiamo sentire, come è accaduto domenica sera, che la mafia la devono combattere i cittadini: la mafia la deve combattere lo Stato e cittadini dovrebbero limitarsi a denunciare, sicuri di essere tutelati.
Perché noi, proprio noi che abbiamo voluto la manifestazione contro il premio a Licio Gelli ad Ostia, vogliamo denunciare i motivi per cui non partecipiamo venerdì alla fiaccolata “Liberiamo Ostia dalla mafia”. Gli altri, quelli lasciati colpevolmente soli, semplicemente e silenziosamente non ci saranno.
Perché questa ennesima fiaccolata contro la mafia è una dichiarazione di sconfitta e non renderà nessuno più forte, soprattutto i più deboli perché soli.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Associazione Culturale Severiana, Comitato Civico 2013, Comunità Foce del Tevere, LabUr
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