venerdì 2 maggio 2014

OSTIA, SPIAGGE LIBERE CHIUSE: DOPO L'INGLESE MACCHERONICO E L'ORDINANZA FANTASMA, UN ESPOSTO IN PROCURA

Un cartello con un'ordinanza che non c'è, una scritta in inglese maccheronico: questo il raffazzonato modo con cui il presidente del Municipio X, Tassone, chiude le spiagge libere ad Ostia. Ad avvisare gli spericolati che osano addentrarsi nella sporcizia delle spiagge libere, un cartello che informa della mancanza del servizio di salvataggio, non redatto in tre lingue (come previsto per legge) e che invece della scritta corretta in inglese "bathing not safe for lack of rescue services" riporta un maccheronico "not SAVE for lack of BAETHING rescue service": neanche il traduttore di Google sarebbe riuscito a fare peggio. Sul cartello, l'indicazione dell'ordinanza n.65 del 23 aprile 2014 con cui si 'sarebbe' aperta la stagione balneare dal 1° maggio, un'ordinanza mai pubblicata all'Albo Pretorio. Eppure lo stesso Tassone nella conferenza
testo dell'esposto
stampa del 24 aprile disse che "sarebbe stata disponibile nel pomeriggio sulle pagine del sito internet del Municipio".
Tra inglese maccheronico, spiagge sporche, ricorsi al TAR (tutto bloccato almeno fino al 7 maggio) ora si aggiunge anche il nostro esposto per gravi violazioni degli articoli 8, 9, 10 e 11 della ordinanza di sicurezza balneare n.32/2013 emessa il 30 aprile 2013 dalla capitaneria di Porto di Roma. Di 'mare' in peggio, come scriverebbe Tassone servendosi (male) del traduttore di Google.

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